Uno dei disturbi più diffusi tra i lavoratori del settore edile, a causa dello sforzo fisico a cui sono sottoposti, consiste nella lombalgia, come rimarcato dall’INAIL in una guida dedicata ai disturbi muscolo scheletrici.
Come si legge sul sito dell’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro,
“I disturbi muscoloscheletrici (DMS) sono uno dei disturbi più comuni legati al lavoro. In Europa colpiscono milioni di lavoratori e costano miliardi di euro ai datori di lavoro. Affrontare i DMS non solo contribuisce a migliorare la vita dei lavoratori, ma è anche una scelta molto sensata per le imprese.”
La lombalgia rientra a pieno titolo tra le condizioni patologiche che più di frequente colpiscono i lavoratori edili.
Vediamo insieme come prevenire e come curare questo disturbo.
Cos’è la lombalgia
Con il termine lombalgia si intende quello che, comunemente, chiamiamo mal di schiena, di solito causato da problemi al sistema muscolo-scheletrico.
Il dolore alla schiena si può presentare in tre forme:
- locale – come suggerisce il termine, si manifesta in una zona specifica della regione lombare ed è raramente dovuto a sforzi fisici;
- irradiato – il dolore si estende dalla regione lombare lungo la gamba, tipico in caso di ernia discale, sciatica, osteoartrite;
- descritto (o riferito) – il dolore viene percepito in una posizione diversa dalla sua causa reale.
A colpire molto di frequente i lavoratori del comportato edile (e non solo) è la lombalgia acuta, altrimenti nota come “colpo della strega”, che si manifesta con un dolore acutissimo, spesso temporaneamente immobilizzante, causato da una reazione immediata di muscoli e altre strutture della schiena a movimenti scorretti o sforzi eccessivi.
Come sottolinea l’INAIL, solitamente il sintomo compare nel giro di poche ore e va considerato come infortunio se la causa è lavorativa.
Fattori di rischio professionali della lombalgia
Le cause della lombalgia non sono solo legate allo sforzo fisico, ma anche a molteplici condizioni e patologie, dai disturbi ginecologici a quelli renali, dai tumori alla osteoartrite, passando per le fratture da compressione vertebrale, l’ernia del disco e lesioni varie.
Qui trovi una tabella molto ben elaborata, contenente le principali cause di dolore alla schiena.
Come già accennato, la lombalgia è molto diffusa tra i lavoratori che sollevano pesi curvando o torcendo la schiena, che sono costretti a rimanere a lungo in una posizione fissa (in piedi o seduti) e che svolgono attività di traino o di spinta.
Più nel dettaglio, l’INAIL elenca i fattori di rischio professionali che possono provocare una lombalgia:
- carico troppo pesante, ingombrante o difficile da afferrare, in equilibrio instabile, che può in caso di urto comportare lesioni per il lavoratore;
- sforzo fisico richiesto eccessivo, che può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco, compiuto con il corpo in posizione instabile e che prevede alte frequenze e/o tempi prolungati di sollevamento;
- spazi ristretti che non consentono un’adeguata mobilità e agilità o che costringono a svolgere l’attività in posizione seduta o in ginocchio;
- un pavimento che presenta dislivelli;
- sforzi fisici, che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati;
- pause o periodi di recupero fisiologici insufficienti;
- distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto;
- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati indossati dal lavoratore;
- posizioni scorrette e/o statiche per tempi prolungati;
- movimenti ripetitivi;
- esposizione a vibrazioni.
A questi fattori di rischio di tipo fisico e biomeccanico, l’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro aggiunge anche i seguenti fattori di tipo organizzativo e psicosociale:
- elevata intensità lavorativa e bassa autonomia;
- assenza di pause o di possibilità di cambiare le posture lavorative;
- lavorare molto velocemente, anche conseguentemente all’introduzione di nuove tecnologie;
- lavorare per lunghe ore o a turni;
- bullismo, molestie e discriminazione sul luogo di lavoro;
- bassa soddisfazione sul lavoro.
È compito dell’azienda e dei responsabili per la sicurezza sui luoghi di lavoro, ridurre al minimo o rimuovere completamente questi rischi.
Prevenzione della lombalgia sul luogo di lavoro
Abbiamo visto che i fattori di rischio professionali che possono provocare l’insorgenza di una lombalgia nei lavoratori sono molteplici, questo vuol dire che un piano di prevenzione adeguato ed efficace non può non partire da una valutazione del rischio, frutto di un approccio olistico.
Come suggerisce l’INAIL,
“la prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici prevede innanzitutto l’eliminazione delle cause meccaniche che li determinano, attraverso la meccanizzazione/automazione dei processi.”
Insomma, laddove possibile, si devono introdurre macchinari e processi automatizzati che riducano al minimo lo sforzo fisico del lavoratore.
A questo si aggiunge:
- l’applicazione rigorosa dei principi ergonomici alle postazioni e alle procedure di lavoro;
- un’appropriata organizzazione del lavoro, con pause e turnazioni adeguate;
- opportune modifiche delle strutture e delle attrezzature.
Essenziale, in un processo di prevenzione della lombalgia e, più in generale, degli infortuni sul luogo di lavoro, è fornire ai lavoratori una formazione adeguata e costante, in modo tale che possano acquisire gli strumenti e le conoscenze necessarie per svolgere le proprie mansioni, esponendosi a meno rischi possibili.
Ad esempio, è importante che il lavoratore impari a maneggiare i carichi da spostare o sollevare in modo corretto, evitando movimenti scorretti tali da compromettere la stabilità muscolo-scheletrica.
Per approfondire, si può consultare il sito dedicato alla creazione di un luogo di lavoro sicuro per la salute dei lavoratori, qui.